Il progetto si concentra sulla riabilitazione dell'edificio principale, costruito all'incirca nel 1910, prima della diffusione degli ascensori e del cemento armato. L'architettura può essere inserita in una tendenza cosmopolita con influenza Beaux-Arts che ha cercato di adattare un linguaggio classico del XIX secolo a nuovi programmi e tecniche e alla crescita urbana.
Nel 1913, la parte inferiore della proprietà fu trasformata in un magazzino per Adegas Camillo Alves, uno dei maggiori commercianti e produttori di vino dell'epoca, che portò alla costruzione di serbatoi sotterranei e di edifici industriali nel cortile.
Nei decenni più recenti, ha subito un processo di terziarizzazione (casa di cura, cliniche, uffici) ma ha conservato il suo carattere grazie alla sua scala e alla qualità architettonica e costruttiva. Con una struttura di resistenti muri in pietra, travi in legno e muri di costa che garantiscono la controventatura, ha resistito al forte terremoto del 1969 nonostante alcuni danni visibili in specifiche deformazioni.
L'edificio fa parte dell'elenco dei beni culturali di Lisbona, il che significa che la conservazione delle caratteristiche architettoniche essenziali è un fattore inconfutabile del programma di intervento.
La sfida principale è stata quella di adattare gli spazi agli attuali standard abitativi, mantenendo gli aspetti strutturali e rispettando il linguaggio dell'edificio. È stato un duro lavoro di dettaglio per integrare sistemi e soluzioni tecniche che permettessero la climatizzazione, elevati standard di acustica e comfort termico, e rendere compatibili gli elementi esistenti con carpenterie e soffitti che ricreassero il linguaggio originale e con innovazioni dettate dalle normative vigenti e dalla razionalità costruttiva.
Ma la trasformazione più decisiva è stata lo sgombero del cortile, trasferendo parte dell'area edificata in un nuovo blocco affacciato sulla strada. Questo blocco è indubbiamente un elemento diverso dall'edificio principale e fa parte del mosaico della strada, sottolineando l'eleganza e l'unicità dell'edificio principale.
D'altro canto, è stata ripensata la contrapposizione tra facciata frontale statale e facciata posteriore di servizio, intensificando il rapporto della facciata posteriore a sud con il patio paesaggistico, in particolare attraverso gli ex balconi di lavoro domestico.
In questo modo, il patio con giardino diventa un elemento qualificante dell'intero isolato: abbiamo voluto riabilitare l'edificio, ma anche migliorare il quartiere e la città.