New theatre and urban park

"Parco urbano di piazza d'Armi. L'Aquila

LED architecturestudio as Architects

Quello che stiamo per descrivere non è un semplice progetto architettonico che andrà a prendersi cura di un vecchio parco urbano lasciato da anni in disuso, o un ammasso informe di servizi vari per la prima periferia della città de L’Aquila: quello che stiamo per esporre è una bellissima favola che, come tutte, parte da una situazione di assoluta normalità, interrotta da un evento destabilizzante che, passando dal suo climax alla soluzione, si conclude con un magnifico lieto fine. Il 2009 è stato un anno simbolo per questa stupenda città, che in poco tempo è divenuta il centro di tanto terrore, tanta tristezza, ma anche di tanta solidarietà e tanta forza. Nessuno potrà mai dimenticare il terremoto, un evento così disastroso che si è concluso con un bilancio definitivo da brividi, 309 vittime, oltre 1600 feriti e più di 10 miliardi di euro di danni stimati. Non siamo qui per ricordarne il terrore, ma siamo qui per non far dimenticare a nessuno come la civiltà, come l’essere umano in sé possa essere così forte da rinascere dalle proprie lacrime, dalle proprie ceneri: questo incipit è fondamentale per comprendere a pieno tutte le decisioni, tutte le forme, tutto ciò che è rappresentato dentro a questo progetto che oltre ad ottemperare tutte le funzioni richieste, vuole essere la dimostrazione di queste tematiche fondamentali, in un’epoca in cui le tonalità emotive come l’egoismo ed il cinismo la fanno da padrone, l’uomo riesce ancora ad unirsi nel momento negativo ripartendo da zero, unendo le mani l’uno all’altro.


Come ben visibile dallo sketch il terreno del parco sarà delineato da delle direttrici, dei semplici segni a terra, che comporranno una sorta di griglia; al centro di essa, come nell’epicentro di un terremoto, queste direttrici si deformeranno sotto le forze di scosse telluriche immaginarie. Proprio sopra questo fantomatico epicentro si staglierà la parte centrale del nostro progetto: una forma “immobile”, un parallelepipedo, puro, orgoglioso, più forte del terremoto, più forte della tragedia. Nel particolare il progetto è divisibile in differenti comparti che dialogano l’uno con l’altro cercando di proporre uno spazio contemporaneo sia di memoria sia di massima ottimizzazione funzionale per quello che rappresenta il maggior vuoto urbano della città. Quello denominato comparto “A” inquadra una porzione di progetto riguardante la Piazza, l’edificio di servizio al pubblico ed il parcheggio interrato. La Piazza, manterrà la configurazione prevista nel progetto denominato “Realizzazione di una piazza in piazza d’armi finalizzata anche al mercato storico di Piazza Duomo”, già in corso di realizzazione. All’interno di essa sarà posizionata un’opera artistica a memoria del sisma del 6 aprile del 2009, comprensibile attraverso lo sketch sottostante: una sorta di spirale destrosa,simbolo di continuità vitale e di energia; con i suoi 309 augelli da cui sgorgherà dell’acqua,ininterrottamente, come il perenne ricordo delle 309 vittime del terremoto.


L’edificio dei servizi, formalmente semplice e puro, è caratterizzato da un rivestimento molto particolare, che non solo identifica in modo emblematico l’immobile, ma rappresenta anche un’ottima soluzione bioclimatica a servizio delle differenti funzioni all’interno. Il parcheggio interrato, nascondendo per due piani sottoterra i suoi 400 posti, mantiene il bellissimo ed immenso spazio verde al di sopra di essi, dimostrando quanto la sensibilità verso la natura sia fondamentale in una zona urbanizzata come la circostante. I tre interventi si amalgamano perfettamente con lo schema generale di progetto e dialogano tra loro seguendo il più antico concetto di naturalezza formale, fondamentale nei contesti comunicativi. Come si evince dallo schema planimetrico, le forme della griglia che disegnano la superficie del parco dialogano con i segni del progetto della piazza, dimostrando come sia legata la scelta progettuale alla planimetria di questo spazio in costruzione. Anche l’edificato dei servizi emula la forma planimetrica centrale della piazza, seguendone l’orientamento e le proporzioni. Questo blocco dei servizi oltre a stagliarsi per soli 8 m., si insinua facilmente dentro l’area, attraverso le riflessioni e le trasparenze, fessurando il suo rivestimento, creando uno scontro tra la sua purezza estetica e la smaterializzazione del suo “basement” per metà completamente vetrato. Tutte le funzioni amministrative previste saranno deliberatamente connesse e coordinate entro confini “identificabili”, spazi fluidi e panoramici, immersi nel verde, una completa organizzazione amministrativa, un aggregato di persone, di risorse materiali/immateriali. L’obbiettivo sarà quello di poter pianificare e realizzare un percorso condiviso, graduale e revisionale che garantisca l’innalzamento della qualità dei servizi amministrativi e tecnici erogati. In 1000 mq sarà disposta la Direzione, l’Amministrazione, tutte le aree dei servizi interni e tecnici, compresi gli spazi tecnici e di servizio a tali uffici.


Il comparto “B” è la parte dell’intervento più importante, anche in questo caso, le forme pure e forti si inseriscono perfettamente nel luogo, rafforzando sia il concetto primordiale, sia le potenzialità dei servizi che verranno disposti nell’uopo. Tutta la progettazione di questo comparto è basata, come ben richiesto dal bando, sulla possibilità di edificazione a stralci, senza far perdere alcuna peculiarità al progetto: infatti l’edifico è divisibile in due blocchi che raccolgono nel loro interno tutti i servizi richiesti, come descritto nello sketch seguente: Nonostante la costruzione abbia una conformazione unitaria, le funzioni sono ben identificabili anche esternamente con un taglio passante che divide il rivestimento esterno a rinforzo dell’identità degli spazi. Il teatro, che sopporterà un’affluenza di 626 persone , è un grande esempio di sensibilità culturale e coinvolgerà socialmente gli abitanti de L’Aquila centrando anche l’obiettivo attrattivo per gli outsider. Questo edificio ha come scopo quello di legare il servizio a questo parco aperto, dando vita ad una “macchina da teatro” che porti con sé il carattere degli abitanti e della natura. E’ stata così progettata la spazialità interna, al fine di ottenere il massimo collegamento fra un ambiente e l’altro. Nel contempo si è provveduto ad un accorto isolamento degli ambienti, per raggiungere una perfetta soluzione acustica in tutte le possibili situazioni ospitate nella sala. Il progetto del teatro prevede anche il golfo mistico mobile, riservato all’orchestra che suona dal vivo, in grado di innalzarsi a livello del palcoscenico, prolungandolo anche nell’occasione in cui l’orchestra assuma un ruolo da protagonista nello spettacolo. Il suo involucro intelligente porta con sé diversi accorgimenti bioclimatici visibili in sezione Il blocco prospiciente il teatro ingloba al suo interno diversi spazi che potranno dare vita ad una nuova coesione sociale ed ad un nuovo ripopolamento di tutto lo spazio circostante. Faranno parte di questi spazi la saletta conferenze, gli uffici, il ristorante, il caffè letterario, la libreria ed i servizi multimediali, mentre al piano terra prenderà vita uno spazio aperto e coperto che inquadrerà la rampa d’ingresso del teatro. Questo luogo fungerà da filtro tra la natura circostante che ammanta l’edificato ed i servizi di cui dispone. Tutta la forza degli aquilani è visibile ed impersonificabile in questo edificio, che diventa anche il monumento alla memoria del nostro progetto: infatti i movimenti del terreno creati dall’epicentro descritto in precedenza, creano un avvallamento al di sotto dell’edificio, una sorta di galleria coperta; in questo spazio angusto, costretto, schiacciato ed ombroso, ove il terreno è caratterizzato da diverse inclinazioni, il passante scorge sulle pareti scoperte del fabbricato tutti i nomi delle vittime del terremoto, 309 vite andate perdute; tutte le caratteristiche destabilizzanti di questo luogo permettono di far intravedere quell’inquietudine che il sisma del 2009 ha portato nelle anime di chi è stato risparmiato, di chi ha perso familiari, casa e lavoro. Tutti i differenti edificati sono uniti da percorsi che permettono di vivere costantemente ed in modo ambiguo degli spazi del parco, creando luoghi scenici tra natura e costruito. Questo parco assume la natura come protagonista della trasformazione e la griglia di partenza descrive una sorta di transizione tra l’urbanizzazione ed il parco. In dialogo ed in equilibrio con questi, il cuore naturale del parco è immaginato come una massa verde organicamente disposta, maggiormente concentrata in corrispondenza della zona centrale e che si estende in maniera progressiva verso i bordi riconquistando così il territorio, come quello della zona del parcheggio interrato. Mentre per il complesso denominato “Moduli provvisori per la mensa di Celestino e alloggi e per la Chiesa di San Bernardino e conventino” realizzati dalla Protezione Civile, che occupano in via provvisoria una superficie territoriale di circa mq. 6575, è stato previsto il cambio di destinazione d’uso, mantenendo gli edifici esistenti. Questi spazi infatti, che rimangono a margine del parco, non rappresentano un impedimento per la riuscita del progetto, indi ragion per cui si è deciso di mantenerli, per agevolare economicamente l’interezza dell’opera. Questi “moduli provvisori”, dallo stile moderno ed efficace, saranno riconvertiti ad alloggi temporanei per gli artisti che fruiranno del teatro e che avranno bisogno del pernottamento. Al contempo ivi sarà dislocato un circolo ricreativo comprensivo di spazi polivalenti, per incrementare ancora il tema della socialità dell’area. Le plurime caratteristiche ideologiche che compongono il progetto sono parte integrante dell’opera e si riversano all’interno di questa architettura commemorativa con la forza vitale dell’umanità ferita e forte nella rinascita.


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